Teatro

Sant’Ambrogio e Milano secondo Dario Fo e Franca Rame

Sant’Ambrogio e Milano secondo Dario Fo e Franca Rame

"Lo spettacolo nasce dal libro, che ho scritto l’anno scorso. L’avevo finito otto mesi fa e poi ho cominciato a lavorare sull’allestimento teatrale.".

La scintillante stagione del Piccolo Teatro di Milano offre dal 6 all'11 ottobre 2009 il debutto in prima mondiale assoluta del nuovo spettacolo realizzato da Dario Fo e Franca Rame: Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano, titolo con cui i due raccontano la storia del rinomato vescovo milanese cogliendo somiglianze e dissomiglianze coi giorni nostri. Il progetto, prodotto da CRT Artificio con Change Performing Arts, vede Felice Cappa alla regia multimediale mentre le videoimmagini sono a cura di V-Factory.

La storia di Milano ha inizio dalla seconda metà del XX secolo nel segno del coraggio e dell’indipendenza intellettuale di cui Ambrogio fu esempio, comportando in modo spesso imprevedibile per un uomo in tale ruolo. In scena si assisterà a un viaggio avventuroso alla scoperta della vita del santo e delle radici di Milano.
Il racconto è accompagnato da grandi proiezioni di disegni e pitture, realizzate da Dario Fo e dai suoi giovani collaboratori e presentati con la complicità artistica degli ottimi compagni alla direzione multimediale e alle videoimmagini. Insieme, ci mostreranno le vicende di cui si parla e mostreranno una Milano poco nota, con piazze e architetture degne di una città che è stata capitale dell’impero romano.

Ricordiamo che Aurelio Ambrogio, meglio conosciuto come Sant'Ambrogio, nacque nel 334 circa dopo Cristo, fu uomo politico e venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Divenne patrono della città di Milano, di cui fu vescovo dal 374 fino alla morte, nel 339. La nota Basilica di Sant'Ambrogio, una delle chiese più antiche della città meneghina, fu costruita per suo volere tra il 379 e il 386 in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane e gli fu dedicata. Forse oggi è ricordato anche perché il 7 dicembre si inaugura sempre il Teatro alla Scala, nel giorno del suo onomastico. Dario Fo ci ha concesso un'intervista in esclusiva.
 

Il titolo dell’opera è identico a quello del suo ultimo libro, come mai? 
Lo spettacolo nasce dal libro, che ho scritto l’anno scorso. L’avevo finito otto mesi fa e poi ho cominciato a lavorare sull’allestimento teatrale.

Sono uguali? 
No: il soggetto è il medesimo ma restano due cose distinte. Una è il libro con le indicazioni storiche più estese e vi sono citati più avvenimenti, che in teatro era meglio togliere per offrire velocità e ritmo, con una sintesi diversa. Entrambe però hanno temi dello stesso tono. Una cosa importante è accorgersi che Ambrogio era un santo tutt’altro che convenzionale. A volte usciva dai binari delle citazioni normali e pure del rito, tant’è che si è creato il ‘rito Ambrosiano’.

E’ vero! A Milano ci sono tanti rituali diversi proprio perché ‘ambrosiani’ che per molti significa direttamente ‘milanesi’. 
Certo, come il canto gregoriano in cui si era creato un modo preciso di cantare durante la liturgia, che si dice ‘canto ambrosiano’: tutti devono cantare questi salmi, non solo i coristi o i solisti della chiesa. C’era poi il modo di concepire la politica, verso gli imperatori. A quei tempi, la gente non se lo ricorda, ma Milano è stata per un secolo la capitale di tutto l’Impero Romano. Siamo nel IV secolo avanti Cristo e l’impero romano sarebbe finito nel V secolo. E non è tutto: durante la Guerra delle Basiliche, l’atteggiamento avuto da Ambrogio è stato altamente riprovevole: ha invaso il territorio, ha abolito il diritto di pensiero e la libertà di culto. Ci sono stati diversi momenti in cui è stato tutt’altro che un santo, come attitudine.

Eppure è ricordato in ben altra maniera. 
Perché poi si è riabilitato facendo cose con cui ha dimostrato di avere un gran coraggio: si mette contro sfruttatori, padroni delle terre, mezzadri e mercanti, si batte per la dignità dell’uomo, dei poveri, dei minori. Si dichiara per una società giusta, vede la proprietà come un furto e lo dice! E' il primo a esprimersi con la celebre frase: “Il furto ha fatto nascere la proprietà privata”. Noi crediamo l'avesse detto per primo Proudhon, invece la disse lui quattordici secoli prima.

Ma dove ha trovato tutte queste informazioni? Ha scavato in mille biblioteche? 
Macchè, avrebbe potuto scoprirlo chiunque. Io mi sono letto tre libri e sono saltato sulla sedia quando ho scoperto che quello che avevo studiato a scuola era falso. Purtroppo non è l’unica volta…

E' vero che Franca Rame interpreta tantissimi ruoli mentre lei è sempre sant'Ambrogio?
Ma venga a vedere lo spettacolo, no? Non vorrà che le racconti tutto così!